"La riluttanza a meditare dovrebbe essere riconosciuta come uno dei principali nemici del benessere fisico, mentale e spirituale dell'uomo."
— Paramahansa Yogananda
Questa potente affermazione, proveniente dal maestro spirituale Paramahansa Yogananda, non è solo un monito, ma una profonda verità sulla natura della salute e della crescita umana. Yogananda, una figura chiave nell'introduzione dello yoga e della meditazione in Occidente, inverte il comune sentire: il problema non è la mancanza di tempo, ma la riluttanza, una resistenza interiore che ci priva di un nutrimento essenziale.
Il Triplice Danno della Riluttanza
La forza della citazione risiede nel suo approccio olistico. La meditazione è vista come un'unica pratica che influenza simultaneamente tre dimensioni fondamentali della vita, e la sua negligenza causa danni in ciascuna di esse:
1. Il Benessere Fisico: Dalla Tensione al Rilassamento
A livello fisico, la riluttanza a meditare è un nemico perché impedisce il rilascio dello stress cronico. La meditazione è un comprovato meccanismo per abbassare la pressione sanguigna, ridurre il cortisolo (l'ormone dello stress) e migliorare il funzionamento del sistema immunitario. Rifiutare la quiete significa permettere che l'agitazione mentale si incarni in tensione muscolare, insonnia e in una miriade di disturbi psicosomatici. La pratica regolare, invece, offre al corpo un'opportunità di profondo riposo che supera quello del sonno stesso.
2. Il Benessere Mentale: Chiarire il "Chiasso"
Sul piano mentale, la resistenza alla meditazione ci intrappola nel ciclo vizioso del "chiacchiericcio" mentale e della reattività emotiva. Non sedersi in silenzio significa non sviluppare la capacità di osservare i propri pensieri senza esserne travolti. La meditazione allena la mente a focalizzarsi, riducendo l'ansia causata dal rimuginare sul passato o dal preoccuparsi per il futuro. La riluttanza, in questo senso, è una barriera alla chiarezza, al discernimento e alla pace emotiva.
3. Il Benessere Spirituale: La Ricerca del Sé
Per Yogananda, il danno più grande è sul piano spirituale. La meditazione non è solo una tecnica di rilassamento, ma la via maestra per la "Realizzazione del Sé" (Self-Realization), ovvero la scoperta della propria natura più profonda e della connessione con una realtà trascendente. Rifiutare la meditazione significa rinunciare a questa ricerca interiore. L'uomo, privato della gioia e del significato che derivano da questa consapevolezza, rimane confinato nell'identificazione con il corpo e l'ego, vivendo una vita spiritualmente impoverita.
Superare la Resistenza
La riluttanza spesso nasce da due fattori principali: la paura della noia o la sensazione di non essere "bravi" a meditare. Yogananda ci spinge a vedere oltre queste scuse superficiali.
Riconoscendo la meditazione come un allenamento vitale, proprio come l'esercizio fisico, si può trasformare la riluttanza in disciplina. La chiave è la costanza, non la perfezione. Anche pochi minuti di pratica focalizzata possono erodere il potere del "nemico" interiore, aprendo la strada a una vita caratterizzata da maggiore equilibrio, salute e consapevolezza profonda. La citazione di Yogananda è, in definitiva, un incoraggiamento ad affrontare il silenzio, perché è lì che risiede la vera fonte del nostro benessere integrale.
LUCA MATTAROZZI Personal Trainer, insegnante di Yoga e Ai Jutsu presso l'Associazione Dojo Maharishi Sathyananda
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