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La prima parte della frase: "Ricordati che sei venuto qui perché hai capito la necessità di lottare contro te stesso e soltanto contro te stesso", stabilisce il punto di partenza del lavoro interiore:
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        Il Nemico è Dentro: Gurdjieff insegna che l'uomo ordinario vive in uno stato di "sonno" o meccanicità, dominato da una "falsa personalità" o da schemi automatici (chiamati anche i molti "io" che si contraddicono). La vera crescita non si ottiene combattendo il mondo esterno, gli altri, o il destino, ma riconoscendo e lottando contro i propri automatismi, le debolezze, l'auto-giustificazione, le paure e la propria meccanicità. 
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        Volontarietà e Consapevolezza: L'uso di "sei venuto qui perché hai capito" implica che l'individuo non è costretto, ma ha scelto e riconosciuto in modo cosciente questa necessità. È un impegno preso con sé stessi. Questa lotta è l'unico modo per raggiungere il vero Sé o la coscienza di sé. 
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        "Soltanto contro te stesso": Questo rafforza l'idea che la responsabilità del proprio stato è interamente personale. Spostare la colpa o la lotta all'esterno è una forma di autoinganno che impedisce la crescita. 
La Gratitudine per l'Opportunità
La seconda parte: "Sii grato dunque a tutti coloro che te ne forniscano l'occasione", fornisce l'istruzione pratica e paradossale per applicare questa lotta:
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        Le "Occasioni": Chi sono "coloro" e cosa sono le "occasioni"? Sono le persone e le situazioni che ti mettono alla prova, che ti irritano, ti deludono, o ti spingono fuori dalla tua zona di comfort. Questi sono i momenti in cui i tuoi schemi meccanici (la rabbia, il risentimento, la pigrizia, la paura, l'auto-giustificazione) si manifestano con maggiore forza. 
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        Attrito per la Crescita: Gurdjieff sosteneva che il progresso spirituale richiede attrito (o "sofferenza intenzionale"). L'attrito si crea quando si tenta di non agire in modo meccanico in risposta a una situazione che normalmente scatenerebbe una reazione automatica. Ad esempio, invece di arrabbiarsi in risposta a un'offesa, si osserva la rabbia in sé e si sceglie consapevolmente una risposta non automatica. 
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        Gratitudine come Strumento: La gratitudine non è un sentimento di circostanza, ma una disciplina. Essere grati a chi ti "fornisce l'occasione" significa riconoscere che il loro comportamento, pur spiacevole, funge da specchio o da leva per il tuo lavoro interiore. Senza queste sfide esterne, la lotta contro sé stessi rimarrebbe teorica e astratta. Sono gli "aiuti" involontari per la tua trasformazione. 
In sintesi, la frase è un promemoria radicale che invita all'auto-osservazione e alla responsabilità totale. Trasforma i fastidi e i conflitti della vita in materiale grezzo prezioso per l'unica battaglia che conta: quella per la propria consapevolezza e libertà interiore.
Come si integra tutto ciò con l'Ai Jutsu?
Il principio fondamentale di Gurdjieff è che il vero nemico è la propria meccanicità.
Gurdjieff parlava di "sofferenza intenzionale" come lo sforzo di andare contro i propri desideri o automatismi.
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        Controllo Emotivo (Lotta contro il Centro Emozionale): Lo sforzo (la "sofferenza intenzionale") consiste nel mantenere la calma e la presenza mentale (zanshin in giapponese) invece di cedere all'impulso emotivo. Questo non è sopprimere l'emozione, ma non permetterle di controllare la tua azione. 
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        Controllo Fisico (Lotta contro il Centro Motorio): Eseguire una tecnica con la precisione e la fluidità richieste, soprattutto sotto pressione, va contro la tendenza del corpo a irrigidirsi o a usare una forza inutile. Il lavoro contro la pigrizia e la goffaggine è la lotta contro il "sé" fisico inefficiente. 
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        Lotta Contro il Giudizio (Lotta contro il Centro Intellettuale): Dopo una tecnica fallita, l'autocritica distruttiva o la giustificazione sono automatismi. La lotta sta nell'osservare l'errore oggettivamente senza sprofondare nel negativo, mantenendo l'attenzione sul "qui e ora" della pratica successiva. 
La Consapevolezza Tripla: Corpo, Emozione, Mente
Le arti marziali (e i Movimenti di Gurdjieff, che sono simili per scopo) richiedono la coordinazione dei tre "centri" dell'uomo gurdjieffiano:
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        Centro Motorio (Corpo): Esecuzione della tecnica. 
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        Centro Emozionale (Sentimento): Mantenere la calma e l'equilibrio interiore. 
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        Centro Intellettuale (Mente): Osservazione di sé e decisione consapevole (non impulsiva) di applicare la tecnica appropriata. 
L'Ai Jutsu è efficace perché richiede che tu sia Presente in tutti e tre i centri simultaneamente. Se ti concentri solo sulla tecnica (Corpo) perdi la calma (Emozione); se ti perdi nel pensiero (Mente) la tua reazione è lenta. La pratica ti allena a unire i centri per ottenere l'unica cosa che conta nel Lavoro di Gurdjieff: il Ricordo di Sé o la Presenza.
In conclusione: la pratica dell'Ai Jutsu, vista attraverso la lente di Gurdjieff, non è un'attività per imparare a combattere gli altri, ma un intenso e pratico metodo per combattere il proprio sonno e la propria meccanicità, utilizzando la realtà fisica del dojo come campo di addestramento per la coscienza.
LUCA MATTAROZZI Insegnante di Ai Jutsu, Yoga e Personal Trainer presso l'associazione Dojo Maharishi Sathyananda

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