· 

La Necessità di Lottare Contro Te Stesso

necessità di lottare contro te stesso ai jutsu dojo maharishi sathyananda

"Ricordati che sei venuto qui perché hai capito la necessità di lottare contro te stesso e soltanto contro te stesso. Sii grato dunque a tutti coloro che te ne forniscano l'occasione." Questa frase di Georges Ivanovitch Gurdjieff è un aforisma fondamentale e potente che sottolinea la centralità della lotta interiore per il vero sviluppo e la gratitudine verso le circostanze e le persone che, spesso attraverso la frizione e il disagio, rendono possibile questa battaglia cruciale.

 

La prima parte della frase: "Ricordati che sei venuto qui perché hai capito la necessità di lottare contro te stesso e soltanto contro te stesso", stabilisce il punto di partenza del lavoro interiore:

  • Il Nemico è Dentro: Gurdjieff insegna che l'uomo ordinario vive in uno stato di "sonno" o meccanicità, dominato da una "falsa personalità" o da schemi automatici (chiamati anche i molti "io" che si contraddicono). La vera crescita non si ottiene combattendo il mondo esterno, gli altri, o il destino, ma riconoscendo e lottando contro i propri automatismi, le debolezze, l'auto-giustificazione, le paure e la propria meccanicità.

  • Volontarietà e Consapevolezza: L'uso di "sei venuto qui perché hai capito" implica che l'individuo non è costretto, ma ha scelto e riconosciuto in modo cosciente questa necessità. È un impegno preso con sé stessi. Questa lotta è l'unico modo per raggiungere il vero Sé o la coscienza di sé.

  • "Soltanto contro te stesso": Questo rafforza l'idea che la responsabilità del proprio stato è interamente personale. Spostare la colpa o la lotta all'esterno è una forma di autoinganno che impedisce la crescita.

La Gratitudine per l'Opportunità

La seconda parte: "Sii grato dunque a tutti coloro che te ne forniscano l'occasione", fornisce l'istruzione pratica e paradossale per applicare questa lotta:

  • Le "Occasioni": Chi sono "coloro" e cosa sono le "occasioni"? Sono le persone e le situazioni che ti mettono alla prova, che ti irritano, ti deludono, o ti spingono fuori dalla tua zona di comfort. Questi sono i momenti in cui i tuoi schemi meccanici (la rabbia, il risentimento, la pigrizia, la paura, l'auto-giustificazione) si manifestano con maggiore forza.

  • Attrito per la Crescita: Gurdjieff sosteneva che il progresso spirituale richiede attrito (o "sofferenza intenzionale"). L'attrito si crea quando si tenta di non agire in modo meccanico in risposta a una situazione che normalmente scatenerebbe una reazione automatica. Ad esempio, invece di arrabbiarsi in risposta a un'offesa, si osserva la rabbia in sé e si sceglie consapevolmente una risposta non automatica.

  • Gratitudine come Strumento: La gratitudine non è un sentimento di circostanza, ma una disciplina. Essere grati a chi ti "fornisce l'occasione" significa riconoscere che il loro comportamento, pur spiacevole, funge da specchio o da leva per il tuo lavoro interiore. Senza queste sfide esterne, la lotta contro sé stessi rimarrebbe teorica e astratta. Sono gli "aiuti" involontari per la tua trasformazione.

In sintesi, la frase è un promemoria radicale che invita all'auto-osservazione e alla responsabilità totale. Trasforma i fastidi e i conflitti della vita in materiale grezzo prezioso per l'unica battaglia che conta: quella per la propria consapevolezza e libertà interiore.

Come si integra tutto ciò con l'Ai Jutsu?

Il principio fondamentale di Gurdjieff è che il vero nemico è la propria meccanicità.

Gurdjieff parlava di "sofferenza intenzionale" come lo sforzo di andare contro i propri desideri o automatismi.

  • Controllo Emotivo (Lotta contro il Centro Emozionale): Lo sforzo (la "sofferenza intenzionale") consiste nel mantenere la calma e la presenza mentale (zanshin in giapponese) invece di cedere all'impulso emotivo. Questo non è sopprimere l'emozione, ma non permetterle di controllare la tua azione.

  • Controllo Fisico (Lotta contro il Centro Motorio): Eseguire una tecnica con la precisione e la fluidità richieste, soprattutto sotto pressione, va contro la tendenza del corpo a irrigidirsi o a usare una forza inutile. Il lavoro contro la pigrizia e la goffaggine è la lotta contro il "sé" fisico inefficiente.

  • Lotta Contro il Giudizio (Lotta contro il Centro Intellettuale): Dopo una tecnica fallita, l'autocritica distruttiva o la giustificazione sono automatismi. La lotta sta nell'osservare l'errore oggettivamente senza sprofondare nel negativo, mantenendo l'attenzione sul "qui e ora" della pratica successiva.

La Consapevolezza Tripla: Corpo, Emozione, Mente

Le arti marziali (e i Movimenti di Gurdjieff, che sono simili per scopo) richiedono la coordinazione dei tre "centri" dell'uomo gurdjieffiano:

  1. Centro Motorio (Corpo): Esecuzione della tecnica.

  2. Centro Emozionale (Sentimento): Mantenere la calma e l'equilibrio interiore.

  3. Centro Intellettuale (Mente): Osservazione di sé e decisione consapevole (non impulsiva) di applicare la tecnica appropriata.

L'Ai Jutsu è efficace perché richiede che tu sia Presente in tutti e tre i centri simultaneamente. Se ti concentri solo sulla tecnica (Corpo) perdi la calma (Emozione); se ti perdi nel pensiero (Mente) la tua reazione è lenta. La pratica ti allena a unire i centri per ottenere l'unica cosa che conta nel Lavoro di Gurdjieff: il Ricordo di Sé o la Presenza.

In conclusione: la pratica dell'Ai Jutsu, vista attraverso la lente di Gurdjieff, non è un'attività per imparare a combattere gli altri, ma un intenso e pratico metodo per combattere il proprio sonno e la propria meccanicità, utilizzando la realtà fisica del dojo come campo di addestramento per la coscienza.

LUCA MATTAROZZI Insegnante di Ai Jutsu, Yoga e Personal Trainer presso l'associazione Dojo Maharishi Sathyananda

Scrivi commento

Commenti: 0